Info Cult di Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini

Mazzoli_Zanchini-Info_CultIl saggio pubblicato con la casa editrice Franco Angeli nel 2015 si struttura in dieci parti scritte da autori differenti e spalmate su 185 pagine di cui solo in sei capitoli vengono analizzati i contenuti del saggio. Tra gli autori: Bartoletti professoressa di sociologia del consumo e sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’università di Urbino, Checcaglini una dottoranda in sociologia della comunicazione presso la stessa università di Urbino già laureata in cinema, televisione e produzione multimediale a Bologna, Dorfles giornalista e critico letterario, Giglietto ricercatore delle scienze comunicative, delle teorie dell’informazione e sei sistemi sociali in relazione all’impatto con le nuove tecnologie presso l’università di Urbino e giornalista di fama mondiale, Mazzoli professoressa di sociologia della comunicazione, direttrice dell’istituto per la formazione al giornalismo e dell’osservatorio news-Italia presso la facoltà di Urbino, Montanari direttore di ricerca in semiotica dei media e delle tecnologie, dei conflitti e di filosofia del post strutturalismo, professore universitario presso facoltà straniere e docente in comunicazione visiva e semiotica presso l’università di Modena-Reggio Emilia e Bologna, Raimondi dottoressa di ricerca in sociologia della comunicazione presso la facoltà universitaria di Urbino più nel dettaglio sul rapporto tra vecchi e nuovi media e il loro impatto a livello sociale e infine Zanchini giornalista Rai e conduttore radiofonico, si occupa del giornalismo culturale italiano e anglosassone.
All’interno del libro è possibile capire come si sia sviluppato il concetto di “Cultura” inteso inizialmente come conoscenza appartenente ad un élite di persone che si esprimono in pubblico, tale concetto muta nel tempo iniziando a comprendere sempre più valori collettivamente riconosciuti, usi, tradizioni e comportamenti globali diventando una “cultura” popolare adatta a tutti essendo un bene condiviso. Oggi quando si para di cultura si intende l’insieme di conoscenze approfondite sui prodotti dell’intelletto umano, in un luogo ed in un periodo dato capace di definire una visione analitica e critica di una determinata società, informazioni capaci di far stimolare curiosità o dubbi sul senso ultimo dell’essere e sulla relazione tra cittadini. Un ibridazione tra i due concetti di cultura reso possibile grazie alla convergenza dei media che lo ha reso un unico concetto infinito grazie all’ausilio della rete internet, una fusione tra forme di comunicazione interpersonale e forme di massa che crea nuovi ambii di produzione simbolica e nuovi soggetti sociali nati dalla connessione dei pubblici con le nuove capacità riflessive, con i modelli produttivi e le logiche di pensiero differenti. L’informazione diventa quindi un potere che necessita di nuovi spazi di discussione e di esercizio con lo stesso potere – nascono nuove figure giornalistiche perché da una comunicazione massiva orientata ad un élite si passa ad una comunicazione aperta orientata ai nuovi prosumer, il contenuto culturale viene storpiato allo scopo di creare scoop o polemica per commercializzare più notizie e soddisfare le nuove necessità dei lettori mediante il potere del passa-parola. Si parla quindi di Effetto Paradosso inteso come democratizzazione illusoria che non ha permesso l’apertura e la compenetrazione dei due mondi culturali ma ne ha ampliato il divario infatti cultura alta e cultura bassa si sono maggiormente isolate creando un appiattimento culturale: Senza la mediazione le divergenze si sono accentuate e la convergenza è stata impedita. Si ha come la sensazione che la cultura stia venendo lentamente rimpiazzata dal progresso tecnologico nonostante avere cultura permetta di non commettere gli stessi errori del passato quindi investire nel futuro, in un continuo cambio di orientamento del paradigma definito da internet che ridefinisce sia la produzione che l’uso dei contenuti informativi trasformando radicalmente il ruolo del fruitore attraverso i social media.
Tra la società e la cultura c’è quindi un legame forte multidimensionale perché la cultura definisce il benessere sociale ed è quindi essenziale relazionarla a tutti sia nei luoghi tradizionali che nei luoghi terzi, si esprime grazie alle conoscenze possedute in definizione del progresso della stessa società. Da essa nascono patologie del benessere ovvero i media forniscono troppi stimoli ed informazioni culturali che un singolo soggetto può apprendere facendo perdere il proprio valore (Information Overload). Secondo una recente analisi in relazione ad altri paesi la partecipazione culturale in Italia è in costante declino, sia per il poco interesse degli abitanti del paese che per colpa dei tagli economici, essendo la cultura l’identità, la storia e l’insieme delle tradizioni nazionali essa rappresenta una risorsa. Avvicinare i giovani attraverso le reti internet, i turisti con festival o manifestazioni e curare l’esposizione selettiva alla cultura rappresenta un punto focale per la ripresa economica e per lo sviluppo del processo di polarizzazione della cultura. Attraverso un Cultural Palanning, ovvero un organizzazione capace di inserire la cultura nella quotidianità, sarebbe possibile aumentare la conoscenza nazionale e orientarsi nei contesti comprendendoli e valutandoli come nuove esperienze da dover affrontare. La cultura diventa quindi un sapere Up to Date quindi una conoscenza che si costruisce progressivamente e si arricchisce di hic et nunc (qui e adesso) mediante il trasferimento della conoscenza tra individui in comunicazione tipico della cultura che preserva le tradizioni – viene preservata l’aura culturale. Con l’avvento del web 2.0 la condivisione di contenuti risulta sempre più semplice da eseguire e nasce l’idea di cultura cumulativa ovvero una sua espansione resa possibile dalla veloce riproduzione diffusa online, ciò permette una selezione intelligente di informazioni culturali proposte in maniera massiva dove il sapere è semplificato e adattato alle relazioni di socializzazione elettronica. Nonostante la fruizione di contenuti online per processo di omofilia o per processo di contrarietà la televisione resta il medium più utilizzato per la consultazione di informazioni culturali, le abitudini modificate dall’uso del digitale rispetto all’uso del tradizionale (andare concretamente nei musei, visitare attivamente luoghi culturali, etc.) si orientano più frequentemente alla ricerca di viaggi, turismo e cibo per quanto riguarda i giovani mentre per gli adulti gli interessi restano legati a contenuti prettamente tradizionali: ad età diverse corrispondono gusti differenti da migliorare per aumentare l’attrattività. È necessario adattare alla contemporaneità la divulgazione ei contenuti culturali con nuove narrazioni finalizzate a ottenere nuovo coinvolgimento quindi valorizzazione, promozione e istruzione sono i nuovi obbiettivi da raggiungere.
Il telefono cellulare diventa una protesi comunicativa che rispetto alle ideologie di McLuhan non ha interruzioni tra strumento e utilizzatore in continuo temporale sempre connessi, per questo motivo i giovani respingono i luoghi tradizionali perché mal raccontati, idealizzati come posti lontani ed estranei alle pratiche mediali aggiornate e coinvolgenti – i musei principalmente mancano di innovazione e di ricerca capace di far connettere le opere d’arte ai fruitori mediante l’uso di tecnologie contemporanee. Diventa più semplice fruire di contenuti culturali mediante internet o con sistemi innovativi h24 come applicazioni, link, libri indirizzati o video. Si può quindi dire che cambiano le forme, i contenuti, i flussi, i contesti ed i concetti culturali dunque alla base delle strategie comunicative vi è uno storytelling inteso come raccontare storie per attrarre nuovi stakeholder infatti si prevede che entro il 2020 il 90% della popolazione mondiale sarà in possesso di un cellulare. Un passaggio fondamentale diventa definire il capitale culturale come l’insieme di conoscenze e abilità che definiscono l’identità di un soggetto in relazione ai gusti e agli stili di vita, perché è idoneo stare al passo con l’informazione per tutelare la propria integrazione sociale e la propria salute mentale. Nasce il nuovo soggetto sociale tipico delle classi elevate e dai gusti diversificati definito Onnivoro Culturale, tale soggetto prende come sfida la ricerca di nuove strategie sociali, individualizza e frammenta i gusti personali non più simbolo di posizione sociale e si relaziona a fattori sociali come tempo libero, musica, televisione, livello d’istruzione, rango sociale, posizione geografica e reddito. L’onnivoro si riconosce per la sua attiva partecipazione e accettazione a tutti i contenuti culturali al fine di ampliare il proprio sapere da esperto e giudicare (principalmente le pratiche della classe media per una propria voracità intesa come quantità e frequenza), con una forma per legittimare e legittimarsi all’interno della società senza carattere snobistico (chi è snob viene definito univoro).
L’ibridazione dei media modifica le strutture interne de contenuti mediali, causando una successiva trasformazione delle strategie d’uso, le rutine d’uso stesse si modificano, in una fase di trasformazione senza fine che crea tensioni strutturali causate dal cambiamento di rituale per l’uso tradizionalistico dei media. In internet resta ancora molto vivo un comune atteggiamento critico per la veridicità delle informazioni che sono facilmente reperibili ovunque ma gli utenti preferiscono riceverle da applicazioni certificate capaci di fornirne in grandi quantità essendo essi stessi siti privatizzati e monetizzati che le commercializzano nonostante esse siano notizie “di parte”. In rete si parla di abbandono dei vecchi media tradizionali anche se in realtà si è solo presi le distanze al fine di poterli riscoprire o sostituire con nuove tecnologie più comode o veloci, vi è sempre di più la possibilità di modificare le proprie scalette mediali analizzando, giudicando ed enumerando tutti i contenuti disponibili anche mediante sistemi di breaking news (metodo più efficacie). Una completa e dettagliata informazione culturale che invece che scomparire è in un lungo processo di rinnovamento e reinvenzione infatti nella rete è possibile trovare informazioni riguardo a qualsiasi contenuto affine ai propri interessi per il già citato processo di omofilia in grande quantità (la rete ha ampliato la fruizione culturale) per via della condivisione e della partecipazione degli utenti. Per rendere disponibile a tutti l’accesso culturale si utilizzano messaggi considerati “bassi” per rendere efficacie la loro comprensione democratizzando la cultura attraverso un approccio dicotomico Alto/Basso che implica a sua volta un cambio di frame analizzabile attraverso ricerche con telefono fisso – CATI, con telefono mobile – CAMI o con mail – CAUI.

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