Recensione: “Gyakusatsu Kikan – Genocidal Organ” di Shukō Murase

L’anime

Si tratta di un film d’animazione giapponese, prodotto da Manglobe per la regia di Shukō Murase e basato sull’omonimo romanzo di Project Itoh. Il lungometraggio è stato presentato in anteprima il 31 ottobre 2016 al Tokyo International Film Festival ed è uscito nelle sale giapponesi il 3 febbraio 2017 ma in Italia è inedito. Ogni fruizione del filmato può essere fatto unicamente su siti di contenuti amatoriali in cui esiste una copia in lingua originale ma sottotitolata in italiano.

La sceneggiatura del film è stata realizzata dal regista Shukō Murase mentre le musiche sono state affidate a Yoshihiro Ike. Il tutto è stato poi supervisionato dal direttore artistico Seiki Tamura che ha conferito al risultato finale una certa aura di sconfinata desolazione sia su piano concreto di visione e suono che su piano emozionale.

Altri media

Il romanzo da cui si origina la l’adattamento è l’opera d’esordio dello scrittore giapponese Project Itoh. Il light Novel di riferimento è stato pubblicato da Hayakawa nel 2007 e ristampato nel 2010 su carta riciclata.

In aggiunta l’opera ha ricevuto un adattamento manga sulla rivista Newtype dell’editore Kadokawa Shoten dal 10 aprile 2015. Il primo di tre volumi tankōbon è stato poi pubblicato il 26 marzo 2016 e in Italia la serie è stata editata da Star Comics per Planet Manga che ne ha iniziato la pubblicazione a Marzo 2018.

Trama

L’intera storia si articola dal punto di vista del protagonista Clavis Shepherd, un militare convocato ad un’udienza come testimone di alcuni fatti che lo hanno visto coinvolto personalmente. Tutta la trama si articola sullo svelamento di questo avvenimento che, invece che essere raccontato alla testimonianza dalle parole del protagonista, viene lentamente scoperto attraverso un suo ripercorrimento.

Tutto ruota attorno a John Paul un noto terrorista che semina caos nel mondo: dopo la distruzione di Sarajevo per mezzo di una bomba nucleare artigianale, esplode la guerra contro il terrorismo in tutti i paesi. Tutte le nazioni aumentano i controlli sulla sorveglianza e sulla sicurezza dei cittadini fino a rendere la democrazia una semi-dittatura, dando vita così a un’ondata di genocidi incentivati dalla presenza di John Paul sul suolo nazionale. A lui viene attribuita la causa delle guerre dilanianti nel mondo, in 6 mesi di permanenza in uno stato, l’uomo è in grado di scatenare e incentivare l’odio reciproco utilizzando unicamente il linguaggio e sollecitando la produzione innata di ogni essere umano alla creazione di una nuova grammatica. Secondo tale teoria ogni uomo (inteso come essere umano) ha la capacità genetica di adattarsi alla situazione e riuscire a comunicare con un altro essere della sua stessa specie le sue intenzioni. Come animali pensanti abbiamo la necessità di esprimerci e siamo di conseguenza portati a creare nuovi linguaggi per veicolare le nostre istanze.

A Clavis Shepherd, agente della CIA, viene dato il compito di scovare e catturare il misterioso uomo americano, John Paul, per frenare la distruzione globale verso cui sta andando il mondo e cercare di impedire alla tessa società di farsi sopraffare dal nuovo linguaggio da lui diffuso che innesca ad un odio reciproco e ad una globale indifferenza. In questo avranno un ruolo essenziale i compagni di squadra e Lucia – una affascinante donna che pare essere l’unico collegamento con il terrorista e che porterà l’agente Clavis Shepherd sulla via della perdizione disciplinare.

Curiosità

Un sondaggio realizzato annualmente dalla rivista “Science Fiction ga yomitai” ha scoperto che “Genocidal Organ” è stato il romanzo scientifico numero uno preferito dai lettori per un intera decade.

Opinione personale

Sono particolarmente soddisfatta della visione di questo film animato. Tralasciando l’esplicita crudeltà delle battaglie, del sangue zampillante e le atrocità commesse dai militari in paesi sottosviluppati/poveri dove si realizzano le maggior parte delle scene – possono piacere o meno in maniera del tutto personale. Quello che mi ha colpita molto è stata l’analisi sociale e psicologica dell’andamento del mondo totalmente inglobata e centrale in tutta la storia. Ogni aspetto viene trattato e posto in un contesto molto pessimistico che non è altro che un’esagerazione senza veli di quanto sta accadendo nel presente attorno a noi.

L’analisi auto-riflessiva che pervade per tutta la durate del film è stata il collante che mi ha permesso di arrivare sino alla fine altrimenti avrei mollato prima. A livello contenutistico non si può infatti dire che sia una storia particolarmente complessa, non tratta di qualcosa di complicato o di troppo coinvolgente ma, quello che più di tutto risalta, è l’insieme di sangue e di tecnologie interessanti utilizzate dal governo americano per vincere in tutti i modi le proprie battaglie. Il film è lento, ha un suo ritmo psicologico che entra nel cervello e fa inevitabilmente riflettere sul nostro abituale comportamento.

Uno di quei film in cui la moralità è esplicita ma anche un poco nascosta, fatto per essere interpretato da ognuno a modo proprio per porre attenzione a ciò che conta di più a livello personale. Se fosse stato articolato maggiormente nel contenuto lo avrei sicuramente apprezzato di più, ma sono comunque soddisfatta anche se ancora confusa.


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