Recensione: “Il cacciatore di Aquiloni” di Khaled Hosseini

Il libro

Pubblicato per la prima volta dall’autore Khaled Hosseini nel 2003 con il titolo originale “The Kite Runner” e tradotto in italiano da Isabella Vaj per la casa editrice Piemme l’anno successivo come opera d’esordio dello scrittore. In Italia la casa editrice Piemme ha inserito il romanzo nella sua collezione “Numeri Primi°” a partire dal 2013 con l’aggiunta di una prefazione del tutto nuova scritta dall’autore. In totale la storia si articola in 25 capitoli spalmati in 352 pagine escludendo un glossario finale e i ringraziamenti.

Altri media

Dal libro è stato realizzato un adattamento cinematografico nel 2007 e diretto da Marc Forster. Il film è uscito per la prima volta doppiato in lingua italiana in Italia il 28 marzo 2008.

L’autore

Khaled Hosseini nasce in Afghanistan, precisamente a Kabul, nel 1965. Si trasferisce poi negli Stati Uniti dove lavora come medico e poi dedica tutta la sua vita alla scrittura. “Il cacciatore di aquiloni” è il suo primo romanzo e ben presto diventa un caso letterario eccezionale e internazionale. Sulla scia di questo successo arriva il secondo libro nel 2007 “Mille splendidi soli” che si dimostra all’altezza delle aspettative e definisce Khaled Hosseini come uno degli scrittori più apprezzati.

Ha creato la Khaled Hosseini Foundation come ente no profit volto a fornire aiuti umanitari alla popolazione afghana.

Trama

Il libro si articola attorno alla vita di Amir un bambino che vive a Kabul con il padre Baba e due domestici hazara di nome Ali e il figlio Hassan. I due bambini hanno circa la stessa età e sono come amici anche se questo va contro le regole sociali, Amir vorrebbe tanto essere un bambino diverso per essere visto meglio dal padre che lo incolpa di avergli rubato la moglie visto la sua morte per metterlo al mondo. Tra i due bambini il più forte è Hassan che sembra sempre essere disposto a tutto pur di evitare ad Amir alcun guaio, segue il suo padrone ovunque lui voglia portandosi dietro la sua fionda per proteggerlo da qualsiasi problematica derivante dai bulletti che si divertono a infastidire entrambi. Entrambi sognano un giorno di poter vincere la gara di aquiloni e portare a casa l’ultimo aquilone caduto, nella caccia ai trofei volanti Hassan è il migliore, sa sempre dove questo cadrà e inevitabilmente lo regala al suo amico per gioire con lui.

Quando finalmente riusciranno a coronare il loro sogno, la vita di entrambi cambierà per sempre: dopo la vittoria di Amir, Hassan si lancia nella caccia all’ultimo aquilone caduto ma, dopo averlo trovato, verrà violentato in un vicolo dagli stessi bulli che hanno provato per tanto tempo a fare del male ad Amir mentre lui, scoperto quanto sta accadendo, non avrà il coraggio di salvare il suo hazara. Dopo quell’episodio la loro amicizia subisce una dura battuta d’arresto che li costringe ad allontanarsi, ben presto arriva anche la guerra in Afghanistan e Baba e Amir sono costretti a lasciare il paese verso gli Stati Uniti per sopravvivere ma il ricordo di Hassan sarà un fantasma che per sempre aleggerà nell artia fin quando Amir, ormai cresciuto e diventato uomo, non sarà posto dinnanzi alla decisione di fare ammenda coi suoi peccati del passato.

Una lenta scoperta di tutte le verità che Amir non ha mai saputo ma che inevitabilmente comprenderà nel corso del suo cammino, una tregua con se stesso e con il padre che si originerà dalla consapevolezza di non poter cambiare il passato ma di poter agire unicamente sul presente per avere un futuro migliore. Una storia che descrive i difficili climi politici di una guerra che ancora oggi continua e che ha mutato l’aspetto sociale del mondo dando via ad un forte processo migratorio per la sopravvivenza.

Opinione personale

Ho impiegato moltissimo tempo per decidere di iniziare questa lettura, non è mai stato il momento giusto per una lettura tanto importante come immaginavo sarebbe stata questa. Per anni ho osservato il libro impolverarsi nella libreria, per tanto tempo ho assimilato aspettativa sentendo parlare del titolo ma sono sempre stata spaventata da quello che la lettura avrebbe comportato poi mi sono decisa a farlo. Ho letto la storia lentamente, con tante pause per ingoiare il groppo che puntualmente mi nasceva in gola e alla fine sono riuscita a piangere nonostante mi fossi ripromessa di non farlo.

Ero piena di apettativa all’inizio, dopo aver sentito così tante recensioni positive sul libro mi aspettavo grandissime cose e posso dire che è stato pienamente all’altezza di quello che mi aspettavo. “Il cacciatore di aquiloni” è un libro intenso che inevitabilmente ti cambia, ogni tormento, ogni paura, ogni speranza, ogni emozione e parola, entrano dentro al lettore e si legano al suo passato, evocano momenti bui e restano lì. Dopo aver vissuto un intera vita con il protagonista Amir, il lettore sente il bisogno di redimersi per ogni peccato da lui commesso per ritrovare la propria pace e inevitabilmente perdona se stesso e il passato con occhi nuovi.

Una volta mi è stato detto che nella vita non si commettono mai errori, che ogni cosa è un esperienza che può essere negativa o positiva ma non è mai uno sbaglio. Si tratta di una valutazione della realtà in base alle proprie conoscenze e porterà ad avere una visione diversa una volta superata. Dopo aver letto questo testo so di aver vissuto un’esperienza che non dimenticherò, che mi ha permesso di vedere il mondo e me stessa con occhi diversi rispetto a prima.


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